giovedì 17 settembre 2009

Il dono dell'eleganza, della fantasia, della speranza


Dal saluto ai fedeli in occasione del rientro del simulacro della Madonna dei Martiri nella sua basilica a Molfetta, dopo i festeggiamenti (13-9-1992)

Prima che la Madonna rientri nel suo santuario noi vogliamo chiederle qualche favore, qualche grazia in più, ma grazia spirituale. Non abbiamo bisogno di chiederle (o meglio il bisogno ce l’'avremmo), ma mi sembra sprecato chiederle delle cose materiali.

Intanto le chiediamo il dono dell'eleganza.

Eleganza che significa buon gusto, che significa rispetto dell’altro, che significa accoglienza, che significa sorriso, che significa fare posto all'altro perché passi per primo, perché salga per primo sull’autobus, perché trovi per primo il posto sul treno, perché si serva prima al bar, perché davanti ai mercati possa essere servito prima e faccia per primo la sua richiesta. Questo farsi avanti per cedere il posto all'altro significa sorriso, significa rispetto per le cose altrui, significa punteggiare il proprio discorso, le proprie parole, con le espressioni «prego», «chiedo scusa», che non sono una formalità.È un dono spirituale, non è un dono di galateo che noi chiediamo a Maria.
Lo vogliamo chiedere con tutta la forza, perché se noi siamo capaci di offrire accoglienza... se noi siamo rispettosi a non sollevare il volume della radio o della televisione, a non suonare il pianoforte in ore impossibili per non disturbare gli altri… allora vuol dire che abbiamo rispetto per gli altri. Il dono dell'eleganza è anche eleganza nel vestire, che non significa portare gli abiti firmati, ma significa portare gli abiti che non diano fastidio agli altri, che non inducano gli altri in pensieri turbinosi.
Eleganza significa bellezza, significa cura del proprio corpo, significa amore per la vita, amore per le cose che ci circondano, gioia di sentirsi incastonati in questo paesaggio di tenerezza che amiamo tutti quanti noi.

E poi un'altra cosa dobbiamo chiedere, un altro dono.
Il dono che vorrei fosse richiesto da tutti quanti noi, è il dono della fantasia, che è il dono dell'estro, il dono del rinnovamento, il dono di prevvigenza, il dono di giovinezza.Perché l'estro, la fantasia ce l'hanno i giovani, ce l'hanno gli adolescenti, ce l'hanno i bambini, coloro cioè che si aprono alla vita. Allora chiedendo alla Vergine santa, stasera, il dono della fantasia vogliamo chiedere il dono della freschezza interiore, il dono della spiritualità rutilante, capace di rinnovare le cose, capace di intuire anche strade nuove per il rinnovamento comunitario della nostra città.
Oggi soprattutto che sta vivendo momenti difficili.Chiedere il dono della fantasia significa anche chiedere il dono della grazia interiore.
Chiedere il dono della comprensione che se la nostra vita non si lega al Vangelo e al Signore noi rimaniamo sempre sugli stessi schemi fissi, ripetitivi che non ci danno la gioia.

E un'ultima cosa chiediamo a Maria: la speranza. […]
Verranno tempi duri: inutile che ce lo nascondiamo.
Dobbiamo dircelo qui, ai piedi della madre, perché sia lei a renderli più dolci.Verranno tempi duri per la nostra vita nazionale.
Verranno tempi duri proprio nel momento in cui ci stiamo preparando a vivere l'esperienza nella casa comune della nuova Europa, che a me si presenta anche con tristi presagi perché ha più il sapore di una convivenza economica, di una cassa comune che di una casa comune.
Sembra più l'Europa dei mercanti che dei fratelli che si trovano tutti quanti insieme e vivono la loro identità aperta per aprirsi anche all'accoglienza degli altri.
Tempi duri. […]
Verranno tempi difficili, ma noi li dobbiamo affrontare con grande speranza.
Perché se ce la mettiamo tutta le cose dovranno cambiare.
Dovranno cambiare anche per la nostra città.

Non abbiate paura, quindi, carissimi fratelli.
Chiediamo al Signore, chiediamo alla Vergine santa che faccia traboccare nel nostro cuore la speranza in tempi migliori.
Ce la possiamo fare.
Soprattutto se il Vangelo, l'onestà, la purezza dei giovani, la trasparenza, il rispetto del corpo proprio e degli altri, il ritorno alla fontana antica ci sosterranno in questo nostro cammino.

La Vergine santa faccia scendere la sua benedizione su tutte le nostre case.[…]

Ecco perché sento che la Vergine santa, stasera, voglia benedirci proprio con queste parole, con le parole di una splendida preghiera irlandese che io faccio mia e che rivolgo a ciascuno di voi come se fossero espressioni della Madonna:

«Carissimi fratelli tutti, la strada vi venga sempre dinanzi e il vento vi soffi alle spalle e la rugiada bagni sempre l'erba su cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre sul vostro volto.
E il pianto che spunta sui vostri occhi sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi di lacrime di amarezze e di dolore ci sia sempre qualcuno o qualcuna pronto ad asciugartele.
Il sole entri a brillare prepotente nella vostra casa a portare tanta luce, tanta speranza e tanto calore»

+ don Tonino Bello, vescovo [ 13-9-1992 ]

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A volte sento nel cuore una felicità inspiegabile: non ne ravvedo il motivo scatenante, zampillo gioia come una fontana che guarda al cielo. Io ho un SOGNO, che è più di niente.